STRADELLA
Arrivando dalla pianura, Stradella ci viene incontro adagiata su un grande terrazzo collinare con la sua rocca, le sue chiese, i palazzi seicenteschi, la trecentesca torre col campanile, i resti delle mura, i campi e i vigneti che ricordano una vita operosa e le antiche tradizioni rurali.
La sua storia e la bellezza del paesaggio, stuzzicanti specialità culinarie e vivacità in campo economico, sociale e culturale fanno di Stradella la meta ideale per un rilassante fine settimana. Stradella, ‘città del pane’, ‘città del vino’, città della fisarmonica’, apre al visitatore le porte di questo scenario che sa di fragranze, di storie e di suggestioni e dove l’immagine di un presente dinamico non rinuncia a coniugarsi con la memoria del proprio passato e con le ambizioni di uno stimolante futuro.
La sua notorietà si appoggia su quattro robusti pilastri: la posizione geografica, il vino, la figura di Agostino Depretis e la prestigiosa fisarmonica.
La felice posizione ha permesso al borgo di svilupparsi rapidamente e di godere del privilegio, fin dal Medioevo, di poter tenere il mercato ogni martedì.
Stradella, dal latino stricta via, ha probabili origini romane e il suo nucleo antico si trova sul tracciato della via Postumia. Prima del 1000 compare il nome della Rocca di Montalino che, ancora oggi, adibita a residenza privata, sovrasta l'abitato. In un documento di Federico Barbarossa del XII secolo, che fa menzione di centri piccolissimi, viene, infatti, citato Montalino ma non Stradella. L’importanza di questo primo insediamento è testimoniata dalla presenza, a partire dalla fine del 1100 della bella Basilica di San Marcello in Montalino, importante monumento d'impronta romanica. Sia Montalino che Stradella vennero donate alla signoria temporale del Vescovo di Pavia che ne resta feudatario per otto lunghi secoli.
Teatro di scontri tra i Piacentini e Pavesi, verso la fine del 1200, il borgo venne saccheggiato ed incendiato, cosicché, nel 1300, il Vescovo Guido Langosco fece costruire a sua difesa le lunghe mura di mattoni, entro le quali, successivamente, nel 1390, il Vescovo Guglielmo Centueri e Gian Galeazzo Visconti, Signore del Ducato di Milano, fecero erigere la Rocca inferiore. Montalino, come località abitata, decade progressivamente, mentre il borgo si sviluppò intorno alla Rocca inferiore, conservando grande importanza strategica la Rocca di Montalino, o Rocca del Vescovo, sull'alto colle dominante l'abitato. Risalgono al 1419 gli Statuti comunali concessi dal vescovo Grassi.
Dopo i Visconti e gli Sforza, gli stradellini seguirono le sorti della Lombardia, subendo la dominazione francese, spagnola ed austriaca, prima di entrare a far parte, dopo il 1748, del Regno di Savoia. La signoria del vescovo, Conte di Stradella, cessò nel 1797 con l'abolizione del feudalesimo. Nei primi anni dell’Ottocento il borgo, con tutto l’Oltrepò, tornò alla casa dei Savoia, dopo la definitiva sconfitta di Napoleone. Nel XIX secolo Stradella, grazie all’intenso sviluppo commerciale e produttivo, divenne il secondo comune dell'Oltrepò per popolazione, meritando nel 1865 il titolo di città.
La Rocca inferiore, acquistata dal Comune nel 1829, venne demolita nel 1845 per aprire la piazza al mercato (l'attuale piazza Vittorio Veneto), e con essa il commercio di prodotti agricoli, in particolare del vino, che era di ottima qualità, e dei tessuti che venivano prodotti e tinti nel borgo. La demolizione della Rocca risparmiò l’attuale simbolo di Stradella, la Torre civica, grazie alla fortuita congiuntura determinata dal crollo, pochi anni prima, del campanile e all’utilizzo della torre come base di una nuova costruzione.
Rimangono oggi a ulteriore testimonianza delle epoche passate, oltre alla Torre civica e alla basilica di San Marcello, la fontana dei “Quatar canon”e il Palazzo Isimbardi, sede del Comune, nella centrale via Marconi, il Duomo, dedicato ai Santi Nabore e Felice, il Teatro Sociale, costruito nel 1843 su progetto dell’architetto Chiappa, Palazzo Guarini, Palazzo Longhi, Casa Locatelli, l’Oratorio della Misericordia, il monumento a Depretis.
Nel corso dell’Ottocento Stradella subì importanti trasformazioni urbanistiche, con la demolizione delle due porte, Pavese e Piacentina, il tracciato della Strada Nuova, la costruzione del Teatro e, poco dopo, dell'Ospedale. La costruzione della prima linea ferroviaria Tortona-Stradella nel 1854 fu un fattore decisivo per il progresso, come lo fu la presenza di Agostino Depretis, che elesse Stradella a suo collegio elettorale. Nato nel 1813 e morto a Stradella nel 1887, Depretis, di ascendenze mazziniane, in rapporti con Mazzini e Garibaldi, principale esponente della “sinistra storica”, fu per nove volte Presidente del Consiglio dei Ministri (1876 – 1887) oltre a ricoprire altri prestigiosi incarichi politici.
Stradella, che oggi conta 11.500 abitanti, 250 attività artigianali e 270 esercizi commerciali in sede fissa, non è una città blasonata. E’, dunque, una città figlia del Medioevo, che si è fatta con la fatica degli uomini, nei secoli chini a coltivare la terra e, poi, a commerciare e a costruire il Borgo. Con la volontà e la solerzia dei suoi cittadini, con qualche uomo illustre e con alcune famiglie benemerite è diventata, fin dall’Unità d’Italia, città, un piccolo mondo dinamico, aperto e vivo nella più grande comunità dell’Oltrepò.
La città della fisarmonica
Stradella è, soprattutto, la patria della fisarmonica. Per dirla con le parole di Paolo Conte “è quella città dove tutte le armoniche di questa pianura sono nate e qualcuno le suona così”.
A metà strada tra cultura, tradizione ed economia, l’immagine di Stradella ‘città della fisarmonica’ deve la sua fama al nome dell’inventore della fisarmonica moderna, il trentino, stradellino d’adozione, Mariano Dallapé. Il successo del suo primo prototipo indusse Dallapè ad aprire una bottega per la produzione di fisarmoniche. Il suo esempio fu seguito negli anni successivi da vari altri artigiani che trasformarono man mano le loro botteghe in vere e proprie fabbriche, come quelle di Ercole Maga, Enrico Massoni, Paolo Rogledi e Carlo Pasquin. Nel periodo di massimo sviluppo, tra le due Guerre Mondiali, lo stabilimento di Dallapè contava circa 300 operai, sotto il centinaio quelli delle altre fabbriche cittadine. In quegli anni, su 10.000 persone che abitavano a Stradella, 1.200 erano occupate nella produzione di fisarmoniche.
Nel secondo dopoguerra il cambiamento dei gusti musicali e diverse condizioni di mercato determinarono una progressiva diminuzione nella produzione di fisarmoniche.
Stradella e la fisarmonica sono, tuttavia, state, dal 1876 e per quasi un secolo, una cosa sola. La fisarmonica ha fatto conoscere dovunque il nome di Stradella; è stata per decenni l’economia e la cultura; è stata il divertimento, il tempo libero; ha rappresentato l’espressione più autentica del lavoro, della creatività, dell’intelligenza e della vocazione manifatturiera di un’intera comunità. Ancora oggi la fisarmonica è un simbolo legato al territorio e alla città da una forte correlazione identitaria, accreditando una delle sue immagini più note e consolidate.
Strumento popolare per eccellenza, la fisarmonica richiama subito alla mente il ballo popolare, la gioia, un tripudio di voci, di suoni, di colori. Ci dice dell’ingegno umano, dell’intelligenza e del lavoro dell’uomo. Ci parla di imprenditori e ‘artisti’ geniali, ma anche di leghe operaie e di forme di autogoverno della produzione. Ci dice di una cultura – non solo musicale – che sta tra il mare e Pianura Padana, passando per l’Appennino, connotata da uno scambio plurisecolare di conoscenze, di informazioni, di persone, di cose. Dove la musica della fisarmonica è come una strada, tracciata nel tempo.
E se la musica non ha nazione, essa ha una tradizione. Come la fisarmonica di Stradella, con il suo museo, a Mariano Dallapé intitolato e inaugurato proprio alla presenza di Paolo Conte il 22 maggio 1999 all’interno del Centro Culturale Polivalente di Via Montebello. Una bella realtà, riconosciuto dalla Regione Lombardia, inserito a pieno titolo nel Sistema Museale e Bibliotecario dell’Oltrepò pavese, sempre più apprezzato da appassionati e visitatori.
CIVICO MUSEO DELLA FISARMONICA “MARIANO DALLAPÈ”
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Il Museo della Fisarmonica “Mariano Dallapè” è luogo di esposizione, ma, soprattutto, di testimonianza di un’arte e di una produzione che hanno portato, in tutto il mondo, il nome di Stradella. Il Museo, tramite acquisizioni e donazioni, ha il compito di valorizzare l’importanza economica, culturale, artistica, storica e sociale, che la produzione artigianale di fisarmoniche ha avuto per la città e il territorio circostante.
Il Museo è articolato in due sezioni, quella documentaristico fotografica e quella espositiva; ricche di un’ampia esposizione di vari tipi di fisarmoniche, di pannelli espositivi e antichi arnesi da lavoro. Le due sezioni vengono completate dalla suggestiva ricostruzione di un vecchio laboratorio artigiano. Il laboratorio, ricostruito nei dettagli, accoglie i visitatori, e restituisce, con attrezzature originali dell'epoca ed un banco da lavoro del secolo scorso, l’atmosfera delle antiche botteghe.
La prima fisarmonica di Dallapè, del 1876, è visibile nell’area documentaristico fotografica, insieme a vari riconoscimenti di cui è stata insignita ed a suggestive immagini fotografiche.
Il costante aumento di visitatori, l’interesse per la fisarmonica testimoniato dai contatti stabiliti con l’Italia e l’Europa, la forte identificazione della città e del territorio con lo strumento, stimolano a cogliere ogni occasione per recuperare la memoria ed il valore culturale di una tradizione e di un segmento produttivo che hanno fatto davvero la storia di decine di botteghe artigiane di Stradella, facendone conoscere il nome nel mondo.
CIVICO MUSEO NATURALISTICO “FERRUCCIO LOMBARDI”
Il Civico Museo Naturalistico “Ferruccio Lombardi” nasce come “Museo del Po", nel 1979, per iniziativa del Comune e di un gruppo di appassionati di scienze naturali, tra cui Lombardi stesso. L’iniziale nome del Museo di deve al fatto che proprio il grande fiume gli aveva fornito molti dei suoi materiali di notevole interesse scientifico, sia archeologici che fossili.
Il Museo ha man mano ampliato i suoi orizzonti fino a rappresentare e a testimoniare l’ambiente naturalistico dell’intero Oltrepò Pavese esponendo i vari reperti, rinvenuti in tutto il territorio, nelle sue sezioni di botanica, ecologia, ambiente, ma soprattutto, geologia e paleontologia.
Il Civico Museo Naturalistico “Ferruccio Lombardi” è anch’esso situato all’interno di Centro culturale polivalente, insieme al Civico Museo della Fisarmonica “Mariano Dallapè”.
NEI DINTORNI
Basilica di San Marcello di Montalino di Stradella
La Basilica di San Marcello in Montalino si trova in Via Montalino, all’incrocio con Viale della Resistenza (Panoramica)
La Basilica del XII secolo è in stile romanico lombardo, in cotto e arenaria. Si presenta con una tipica facciata a capanna, con monofore laterali ed un interno a tre navate decorato da affreschi trecenteschi.
Una leggenda narra che Federico Barbarossa abbia seppellito un prezioso bottino di guerra proprio in questa chiesa.
MUSEI
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Piazzale Matteotti,2
c/o Stazione Ferroviaria (locali ex biglietteria)
Stradella (PV)
tel. + 39 345 888 60 33
E-mail: info@infopointstradella.it
skype: infopointstradella
Sito Web: www.infopointstradella.it
ORARI APERTURA
Lunedì 9.00 – 13.00 / 14.00 – 17.00
Martedì 9.00 – 13.00 / 14.00 – 17.00
Mercoledì 9.00 – 13.00 / 14.00 – 17.30
Giovedì 9.00 – 13.00 / 14.00 – 17.00
Venerdì 9.00 – 13.00
Sabato 14.00 – 16.00
LINK UTILI
https://www.provincia.pv.it/turismo